È ormai comportamento comune e condiviso la negazione di una Verità assoluta, i punti di vista ne hanno  assunto il ruolo, spodestandola. L’oggettività diviene forma di ingenuità, ricerca del nulla, forma di manifestazione della vecchiaia mentale.

Il pensiero progressivo accetta il campo, impantanandosi nell’uso della relativizzazione, il fatto oggettivo non esiste più esso dipende da chi e da come lo racconta.

Persino l’immagine, in tempi di intelligenza artificiale, diviene manifestazione dell’assenza della verità. É vero quel che si riesce a far credere ai molti.

Anzi chi afferma verità oggettive è criminalizzato, deriso, nel caso di Assange, perseguitato e, persino, torturato ed ucciso.

Riguarda tutti ed in politica diviene comportamento condiviso, postulato uniformando al peggio il quadro della pseudo rappresentanza popolare.

Le contrapposizioni duali divengono strumentali, artificiose, basate su affermazioni parziali e accomodate alla bisogna. L’impressione di chi subisce ed ascolta è quella dell’inesistenza di un assoluto reale, di una fluidità che riguarda le motivazioni profonde, ciò che è vero oggi può non esserlo domani. La verità non dipende dal fatto di essere reale, ma conveniente e , soprattutto quello che è vero a Roma può non esserlo a Timbuctù.

Il supremo inganno dell’alternanza di potere, della farsa elettorale, diviene balletto tragico, non sostanziale, dove le variazioni minimali non influiscono affatto sulla sua forma, che è tale perché chi lo detiene, possedendo la verità, si narra come più gli conviene.

Dentro questo marasma, tendenzialmente puzzolente, l’élite perpetua sé stessa, modificandosi, ma mantenendo intatta la distanza dai molti, ora presentandosi da bonario patriarca, ora da assoluto tiranno, or l’altro da padrone feudale… ed ancora da principe mercante.

La tecnologia contribuisce a rendere l’assoluto evanescente, inconsistente. Quello che vediamo diventa manipolatorio, mai sicuramente vero, mentre il controllo si estende ad ogni aspetto della vita. Verità è quella che i molti percepiscono? Oppure esiste ancora una oggettività innegabile che non è necessariamente manifesta? Non è domanda da poco ed è forse la via della coscienza e della salvezza dalla manipolazione, percepire quel che è vero è ormai un superpotere, un dono divino impareggiabile… che è meglio non divulgare più di tanto… il rogo è lì, pronto in attesa delle nuove streghe